Risultati del Test
Con la frequenza a default siamo riusciti tranquillamente a superare i 20 cicli impostati con una temperatura ambientale era di 25° C. Abbiamo utilizzato il controller Aquaero 5 XT per monitorare sia le ventole che la temperatura del liquido in entrata ed in uscita dal radiatore. I risultati sono comparati a radiatori analizzati in precedenti recensioni o che analizzeremo a breve. Ogni radiatore è stato testato con due configurazioni: max RPM e Silent. Nel caso del Phobya Xtreme 400 possiamo dire che anche la configurazione max RPM (700) era essenzialmente molto silenziosa.
Dalla tabella possiamo notare come il Phobya Xtreme 400 riesca ad ottenere DeltaT molto contenuti nonostante il regime di rotazione contenuto delle due ventole Cooler Master MegaFlow, quindi operando nella massima silenziosità. Riesce a sopravanzare molti radiatori da 360mm.
La frequenza massima che siamo riusciti a raggiungere è stata di 4800 Mhz con un voltaggio non eccessivo. Da tenere conto che la sollecitazione esercitata da LinX è puramente teorica e nessun programma perfino di rendering riesce a raggiungere tale grado di sollecitazione. Con questo non vogliamo dire che le temperature raggiunte in questi test si possono mantenere in daily, ma per quanto reali sono puramente per fini di test e sconsigliamo di mantenere in un uso daily a lungo picchi di temperatura sul processore di 92°. Sta di fatto che siamo riusciti a superare i 20 cicli di LinX e quindi ad essere Rock Solid come frequenza.
Da notare, alle frequenze di default ed in overclock, gli alti valori computazionali (GFlops) raggiunti da Ivy Bridge nel test di Linx. Altro fattore da mettere in evidenza è come il radiatore Phobya Xtreme 400 sia in grado di smaltire il calore in eccesso generato dal processore in regime di overclock. Bisogna comunque tenere conto che l’impedimento a raggiungere frequenze più alte è dovuto alla scarsa qualità della pasta sottostante l’IHS, tesi avvalorata da test disponibili in rete. Per valutare la restrittività del Phobya Xtreme 400 abbiamo misurato la portata in un loop così composto:
Come si evince dai grafici l’Xtreme 400 è risultato il meno restrittivo, superato solo dal 280 della serie G-Changer sempre della Phobya, segno del superbo e attento lavoro di progettazione che svolge l’azienda sui suoi prodotti. Le rilevazioni di portata sono state effettuale dall’ottimo sensore della Aquacomputer Flow Sensore “High Flow” interfacciato all’Aquaero 5 XT che lo supporta nativamente. A monte della fase di test abbiamo verificato la taratura del sensore. Logicamente dopo ogni cambio di radiatore abbiamo provveduto allo spurgo dell’impianto dall’aria. Ecco perché a monte del combinato pompa + Top XSPC abbiamo utilizzato una vaschetta che ha facilitava lo spurgo dell’aria. Questo è stato necessario data la potenza della pompa che non avendo nel circuito un elemento restrittivo come i waterblock, ripescava l’aria reimmettendola nel circuito.