Un po' di STORIA: Pellicola ed Emulsione Fotografica
Le origini del termine fotografia sono da ricercare nell’unione di due parole greche, la prima φῶς, luce e la seconda γραφή, grafia. Da qui la sintesi ovvero "disegnare con la luce". La fotografia è un processo per la registrazione permanente e statica di un'immagine. Con il termine fotografia si indicano tanto la tecnica quanto l'immagine ripresa e, per estensione, il supporto (pellicola) che la contiene.
La pellicola fotografica è il supporto fatto per conservare le immagini riprese con una macchina fotografica a pellicola.
È costruita a strati, il supporto di base è un sottile nastro di materiale plastico, a cui è sovrapposto uno strato antialone per evitare riflessi interni. Gli strati successivi contengono una emulsione (risultato di due o più liquidi che, "sbattuti" fra loro, non si miscelano in maniera omogenea) di alogenuro d'argento con cristalli di grandezza variabile. Il materiale fotosensibile è legato con della gelatina, realizzata da materiali organici animali, all'alogenuro, prodotto combinando il nitrato d'argento con sali di alogenuri alchilici). Nelle pellicole bianco e nero, è presente un solo strato di emulsione fotosensibile,
Con lo sviluppo fotografico si trasforma l'immagine latente in una immagine visibile, quindi si rende l'immagine visibile permanente e poco deteriorabile nel tempo e infine si rende la pellicola insensibile alla luce. La pellicola viene trattata con i relativi bagni di sviluppo, che rende l'immagine visibile. Una volta completato il procedimento si passa alla stampa delle immagini in camera oscura.